Il cuore del collezionismo batte ancora — ma con più realismo: A Bologna torna la passione, il mercato dell’auto d’epoca rialza la testa, anche se con prudenza e meno euforia speculativa.
di Alessio De Angelis – Promotor Classic
Dopo mesi di incertezza e ribassi, il salone di Auto e Moto d’Epoca a Bologna ha mostrato segnali di ripresa. Non una corsa sfrenata, ma un ritorno alla concretezza, segno che la passione per le auto storiche non è mai davvero scomparsa: ha solo cambiato volto.
Tra i padiglioni, tra il profumo di benzina e di cera lucidante, si è percepito un clima più sereno. I veri appassionati – quelli che acquistano con il cuore prima che con la calcolatrice – sono tornati a farsi vedere. Non più per speculare, ma per riportare a casa un pezzo di storia, un sogno a quattro ruote da vivere e preservare.
“Chi compra oggi lo fa perché ama davvero l’auto, non perché cerca un rendimento,” racconta un noto restauratore presente in fiera.
Le trattative si fanno più lente ma anche più autentiche: meno aste record, più dialoghi diretti, più volontà di trovare il giusto valore per ogni vettura. Il mercato non è in esplosione, ma torna a essere vivo: dove i prezzi sono realistici e coerenti, le vendite si chiudono.
I grandi speculatori sembrano invece essersi ritirati, probabilmente disillusi da un settore che non garantisce più margini rapidi. Ed è forse proprio questa “normalizzazione” a restituire autenticità all’ambiente: meno finanza, più passione.
L’Italia resta un punto fermo nel panorama internazionale del motorismo storico. Bologna, con la sua fiera, lo conferma: non solo come vetrina di auto preziose, ma come luogo d’incontro tra memoria, artigianato e cultura.




